giovedì 27 ottobre 2011

Le richieste dell'Europa all'Italia

Di seguito sono riportate le richieste all'Italia contenute nella lettera inviata il 5 agosto dalla BCE al governo italiano prima della manovra bis. Sul documento, 2 le osservazioni principali:

1) Ad avanzare queste richieste all'Italia non è stato il Parlamento Europeo bensì la Banca Centrale Europea, l'unica autorità europea in grado di dettare legge ai singoli governi nazionali arrivando a definirne i programmi. La dinamica è: la BCE prescrive, i governi eseguono, le borse giudicano. L'europa non è un soggetto politico ma un sistema economico dittatoriale. Gli stessi Merkel e Sarkozy non sono che dei portavoce della BCE.

2) E' comprensibile che il nostro principale creditore (BCE) voglia delle garanzie sul fatto che saremo in grado di restituire il debito e, certo, anche per la stabilità dell'euro. Ma le sue preoccupazioni dovrebbero limitarsi alla richiesta del raggiungimento degli obiettivi di bilancio e al fatto che tali obiettivi vengano raggiunti con riforme strutturali e non con provvedimenti temporanei tipo una tantum, non entrare nel merito specifico di come arrivarci. Noi italiani conosciamo la nostra realtà meglio dei parrucconi europei. Sappiamo tutti bene che con una decisa e ferma lotta all'evasione fiscale (che la riporti intorno alla media europea) e la riduzione degli enormi sprechi pubblici, perpetrati a tutti i livelli, non sarebbe necessario intervenire sui soliti noti, costretti a pagare per questa crisi sistemica non causata da loro.

PAREGGIO DI BILANCIO. Il pareggio nel 2014 non è "sufficiente", mentre "essenziale per le autorità italiane è anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011". L'obiettivo "dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio già nel 2013". Obiettivo da raggiungere "principalmente attraverso tagli di spesa". Da introdurre, aggiungono da Francoforte, una "clausola di riduzione automatica del deficit" in cui si specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi del deficit "sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali".

PENSIONI. Secondo la Bce, "è possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012".

STIPENDI PUBBLICI E INDICATORI PERFORMANCE. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico, suggerisce la Bce, "l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione)". Andrebbe valutata, chiede ancora la Banca centrale, una riduzione dei costi del pubblico impiego "rafforzando le regole per il turn over e, se necessario, riducendo gli stipendi".

CONTRATTI COLLETTIVI. C'è inoltre, scrivono ancora Trichet e Draghi, l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi a livello d'impresa, in modo da adeguare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e "rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione". "L'accordo del 28 giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione", aggiungono.

ASSUNZIONI E LICENZIAMENTI. Dovrebbe essere adottata, prescrive la Bce, "una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi".

LIBERALIZZAZIONI E ABOLIZIONE PROVINCE. Piena liberalizzazione dei servizi professionali e servizi pubblici locali attraverso "privatizzazioni su larga scala" e richiesta di "un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province)".

"CONFIDIAMO NELL'AZIONE DI GOVERNO". "Confidiamo che il governo assumerà le azioni appropriate; con la migliore considerazione, Jean-Claude Trichet e Mario Draghi", è la firma della lettera.

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